Obiettivo Terra 2030 vs. 2050 – Le transizioni del XXI secolo, principi ESG

“Obiettivo Terra 2030 vs 2050”

page1image47966576

Lo scorso 20 Aprile si è tenuta la prima sessione del ciclo di conferenze CDT dedicato al Pianeta Terra, intitolato “Obiettivo Terra 2030 vs. 2050 – Le transizioni del XXI secolo, principi ESG”, supportato da IPLA, UI-TORINO e Piccola Industria dell’UI, e patrocinata da Politecnico di Torino/Energy Center e Prima Industrie. Tale sessione è stata focalizzata sugli aspetti energetici, e si è tenuta nell’Energy Center del Politecnico di Torino.

La conferenza è stata moderata da Daniela Laigueglia, responsabile Gruppo Giovani, Piccola Industria e Ufficio ESG Sostenibilità presso l’Unione Industriale di Torino, e introdotta dal Presidente del CDT Antonio Errichiello. Il Presidente ha sottolineato l’esigenza di una presa di coscienza collettiva sui problemi degli attuali modelli di sviluppo focalizzati sui soli aspetti economici, e la convinzione che essi siano risolvibili con un cambio di atteggiamento e di stili di vita a livello individuale e di strategia a livello aziendale. Ognuno deve fare la propria parte, a diversi livelli, per un cambio di rotta ormai necessario.

Il primo relatore Prof. Romano Borchiellini, Referente del Rettore per l’Energy Center e Coordinatore del centro Interdipartimentale Ec-L Energy center Lab, ha presentato l’Energy Center del Politecnico di Torino, centro non solo di attività formative, ma anche di laboratori di ricerca, di sedi distaccate di primarie aziende del settore, e di aziende spin-off. L’Energy Center è un modello di cooperazione tra pubblico e privato, non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per gli aspetti organizzativi ed amministrativi: un esempio è la gestione delle problematiche di sicurezza. La ricerca si esplica attraverso i seguenti filoni principali: i sistemi multi-energia, pianificazione energetica, accumulo di energia elettrica, idrogeno, biometano, piani energetici per paesi in via di sviluppo, sicurezza di sistemi energetici e comunità energetiche.  In particolare, i sistemi multienergetici si inseriscono prepotentemente come protagonisti dei futuri agglomerati urbani (Smart Cities), e rendono sempre più importante l’esigenza di pianificazione e di simulazione attraverso modelli matematici di variazioni rilevanti di scenario, quali l’introduzione dell’auto elettrica e la relativa necessità di impianti distribuiti di erogazione. Le comunità energetiche possono essere una risposta fattiva alle esigenze future, e sono attivate dalle comunità locali, dalle aziende e dai relativi centri di competenza. Le comunità energetiche fanno sentire il singolo e le comunità protagoniste della transizione energetica, aumentando la consapevolezza dell’importanza dell’energia, come bene da sviluppare, non solo da consumare.

Il Prof. Borchiellini ha posto l’accento sull’aumento esponenziale delle esigenze energetiche individuali a partire dalla Rivoluzione Industriale, ed il ruolo della macchina a vapore come suo attivatore primario: la storia dell’umanità ha visto diverse transizioni ecologiche, il passaggio a diverse sorgenti di energia, il carbone, il petrolio, il gas, il nucleare ed ora le energie cosiddette rinnovabili. Il fabbisogno energetico è il sintomo eclatante di sviluppo economico e segna la divisione tra le popolazioni in via di sviluppo e quelle sviluppate: più del 20% della popolazione mondiale consuma energia al livello dei Romani e del Medioevo. L’efficientamento energetico non può essere la sola soluzione globale ai problemi energetici: può rappresentare un fattore importante di contribuzione per i paesi sviluppati, a costi comunque elevati: ma per i paesi in via di sviluppo (esempio l’India) il fabbisogno energetico è alla base di esigenze primarie. L’efficientamento energetico è comunque la prima risorsa energetica per limitare i consumi. L’Europa pesa per il 10% del fabbisogno energetico mondiale, e produce l’8% della produzione mondiale di CO2.  Il disaccoppiamento tra sviluppo economico e consumo energetico non sembra avvenire sulla base dei dati di PIL/fabbisogno energetico globale/produzione CO2, ma appare evidente se ci riferisce a dati pro capite. Questo è il sintomo che lo scenario di fabbisogno energetico è fortemente condizionato dallo sviluppo demografico, e comprova l’assoluta necessità di operare con una pianificazione energetica di ampio respiro.  Non basta fissare obiettivi importanti, occorre una azione di accurata valutazione della fattibilità della transizione (ad esempio, per la fabbricazione delle batterie si prevede un incremento di utilizzo di Litio pari di un fattore 42). L’unica sorgente di energia praticamente infinita è il sole. Qualunque altro sistema deve fare i conti con risorse a disponibilità limitata. L’esposizione del Prof. Borchiellini si chiude con un forte richiamo alla preziosità dell’energia, alla base di un necessario e non più procrastinabile cambio di atteggiamento.

Il secondo relatore è stato Igor Boni, Responsabile IPLA spa – Area Territorio ed Agricoltura.  IPLA è la società che per la Regione Piemonte si occupa di ambiente e di rilevamento dati, e sovraintende alla gestione dell’implementazione del fotovoltaico sui territori regionali. Egli ha sottolineato che nell’arco di duecento anni l’uomo sta utilizzando l’energia che la terra ha accumulato in lentissime trasformazioni durate miliardi di anni. L’utilizzo di idrocarburi, ed in particolare del carbone, è il principale responsabile dell’aumento della produzione di CO2.  Il carbone sta ritornando in auge considerati l’aumento dei prezzi del gas naturale, ed è ancora utilizzato con grandi quantità per soddisfare il fabbisogno energetico dei vari paesi. Quasi ¾ delle emissioni di gas serra derivano dalla produzione di energia. In Italia il 75% della produzione di energia deriva da combustili fossili. La transizione energetica italiana è stata accelerata dai recenti fattori geopolitici. L’obiettivo per l’Italia è la copertura al 30% della produzione energetica con rinnovabili nel 2030 ma la diversificazione energetica è ostacolata dalla forte opposizione politica al cambiamento, e dall’indubbio loro impatto sul territorio. Il fotovoltaico sta usufruendo di suolo ed in questo senso è fondamentale sia la metodologia di installazione (ad esempio evitando l’uso di plinti di cemento che ostacolano il recupero futuro del terreno) sia la programmazione (quantità di impianti e localizzazione in terreni con minori potenzialità produttive. La Regione protegge i terreni di prima e seconda classe: dalla terza classe in poi è possibile installare impianti fotovoltaici.

L’Italia deve individuare le aree idonee, purtroppo non è stato ancora fatto. Per arrivare all’obiettivo occorre installare 7-8 GW all’anno, stiamo procedendo con 3 GW annui. Il suolo messo a riposo a seguito dell’installazione del fotovoltaico si rigenera, aumenta il suo contenuto organico, ed al termine dell’utilizzo dell’impianto può essere recuperato all’uso agricolo. In conclusione, il sig. Boni ha sottolineato l’importanza di una programmazione europea (fuori discussione un approccio ad ordine sparso), della differenziazione delle fonti e dei fornitori, della oculata gestione della crescita demografica, dell’efficienza e del risparmio.

La terza relatrice Anna Chiara Staffa, Key Account Assistenza Imprese Impianti Tecnologici e Gruppo Energia dell’Unione Industriali Torino, ha presentato le opportunità che l’Unione Industriali offre alle imprese: ha ribadito l’importanza di un approccio strutturato al fabbisogno energetico dell’impresa, attraverso tre punti chiave: una corretta strategia energetica, una corretta politica di risparmio energetico, ed il ricorso all’autonomia energetica. La definizione di una corretta strategia viene attuata attraverso una diagnosi preventiva della situazione energetica aziendale, e l’individuazione di punti deboli e di relative azioni correttive. La politica di risparmio è imperniata sull’autoconsumo e sulla realizzazione di comunità energetiche. La Regione Piemonte ha stanziato fondi per progetti di risparmio energetico, ed ha promosso questionari per comprendere lo stato di conoscenza delle aziende in tema energetico, e fornire su tale base soluzioni mirate. Il bando prevede di operare secondo due linee di azione, l’efficientamento energetico e la promozione dell’uso delle rinnovabili (con priorità alla prima).

La quarta relatrice Ilaria Principe, Tech Specialist Schneider Electric, presenta l’approccio Schneider, mirato all’ottimizzazione della gestione e dell’utilizzo energetico nelle aziende con specifiche soluzioni HW e SW.  Schneider propone una metodologia strutturata della gestione sicura, affidabile, efficiente e connessa dell’energia. Schneider si propone ai clienti con soluzioni mirate proponendosi come loro partner tecnologici. Schneider è ben rappresentata in Italia (8 aree commerciali, 5 siti industriali, 3 Innovation Hubs, 1 centro assistenza clienti, 1 centro logistico). Per Schneider la sostenibilità è parte integrante della strategia aziendale.

La quinta relatrice Marta Scarioni, Sustainability Specialist Schneider Electric, ha presentato le azioni implementate da Schneider per la sostenibilità, non limitate ai soli aspetti tecnologici, ma anche estesi a quelli sociali ed ambientali. La strategia Schneider passa attraverso la definizione dei seguenti obiettivi a lungo termine: riduzione di impatto climatico (riduzione di emissioni), impiego efficiente di risorse (imballaggi e riciclo), principi etici ed aspetti sociali (pari opportunità, inclusione, diversità di genere, opportunità per le nuove generazioni), accesso all’elettricità verde a 50 milioni di persone in paesi in via di sviluppo, coinvolgimento delle comunità locali. Tali obiettivi sono concreti e misurabili. Nel 2030 Schneider intende essere neutra da un punto di vista di emissioni nel perimetro aziendale, e nel 2050 coinvolgendo l’intera catena di fornitura. Schneider propone soluzioni all’avanguardia per l’isolamento dei quadri elettrici, abbandonando l’utilizzo del gas SF6 (esafluoruro di zolfo) usato per l’isolamento di quadri elettrici in media tensione, ed utilizzando un isolamento ad aria. Schneider ha sta procedendo alla completa neutralità delle sue sedi commerciali e ha iniziato a coinvolgere 1000 suoi fornitori per estendere alla propria catena di fornitura i propri obiettivi di sostenibilità. Schneider ha già attivato programmi di circolarità che promuovono la riparazione ed il riutilizzo di prodotti in fine vita.

Il sesto relatore è il Luciano Buffo, Responsabile Produzione della ditta I.S.A.C. Il core business aziendale è lo stampaggio a caldo dell’acciaio a 1250oC, con volumi annui di 11.000 t di materiale trattato: i pezzi prodotti variano dai 15 ai 250 kg, e sono destinati all’industria automobilistica, movimento terra, macchine agricole, aerospazio ed energia (pale eoliche), motori idraulici, utensileria (ganci per gru). I valori fondanti di I.S.A.C sono sicurezza, sostenibilità e la valorizzazione delle persone. Il motto aziendale è “non sprecare”, con annessi benefici ambientali. Nel 2020 il riscaldamento dell’acciaio è passato dal metano all’induzione (2.500 t di CO2 all’anno in meno). Questo nuovo processo ha inoltre ridotto del 90% la produzione di ossido di ferro (da trattare come rifiuto speciale). Il processo ad induzione offre economia di gestione decisamente superiore al metano, in quanto può essere acceso o spento secondo le necessità. I.S.A.C utilizza 1.750 kW (punta 6.200 kW) per la produzione di 270 m3/min di aria compressa a 6 bar per l’azionamento dei magli. I compressori generano grandi quantità di calore e richiedono un raffreddamento continuo. I.S.A.C ha applicato degli scambiatori olio/acqua recuperando 900 kW di acqua calda a 60 oC, e ne utilizza 350 per il riscaldamento dei reparti. Il resto è utilizzato con uno scambiatore aria/acqua per riscaldare i macchinari. Non è purtroppo possibile utilizzare questa energia per una comunità energetica.  I.S.A.C risparmia in inverno 10.000 m3 di metano al mese e così evita 18 t di CO2 immesse in atmosfera.
I.S.A.C ha attivato con successo il monitoraggio da remoto degli impianti e della distribuzione elettrica Schneider, con controllo degli sfasamenti delle forniture elettriche (che hanno un immediato impatto sui consumi). L’acqua per il raffreddamento dei forni è utilizzata in circuito chiuso (270 m3 di acqua, 11 m3 necessari per il reintegro delle perdite per evaporazione). Dai 100 kW con l’applicazione di inverters e regolazioni in funzione dei carichi I.S.A.C è riuscito a ridurre i consumi a 40 kW.

Il settimo ed ultimo relatore è Umberto Trombetta, Head of Commodity Research & Sustainability Costadoro. Costadoro è una antica torrefazione di caffè (130 anni di vita), tratta 1.3 milioni Kg di caffè/anno, con significativa presenza nel mercato globale e locale.  I canali principali di vendita sono l’Ho.Re.Ca, l’on line, il retail, ed il caffè porzionato in cialde e compresse: 5 anni fa si è attivato un processo di revisione della visione, della missione, e dei valori fondanti aziendali. La visione di Costadoro è di tramandare valore generando valore. La missione è la soddisfazione del cliente (il sorriso di gradimento del cliente dopo avere assaporato un buon caffè). I valori sono tre, rispetto per il pianeta e le persone, eccellenza, cultura (innovazione e tradizione).  E’ stato fatto un importante investimento (9 milioni di euro) per il  rinnovamento della sede principale, attraverso criteri di efficientamento energetico e accessibilità: è stato ottimizzato il layout produttivo, e ridefinito il welfare dei dipendenti. Con il Politecnico di Torino sono stati riesaminati tutti i flussi produttivi secondo criteri di design sistemico. Sono stati definiti nuovi prodotti di successo come la linea Respecto imperniati sulla sostenibilità, ed iniziati dei progetti di valorizzazione dei sottoprodotti. Costadoro su questa base ha ottenuto la certificazione B Corp, ottenibile con una attenta valutazione di impatti ambientali, sociali e risultati economici. Questo è stato il risultato di una crescita continua basata sulla qualità del prodotto, le azioni MKT, e la valorizzazione dei talenti interni.

La conferenza si è conclusa con una graditissima apericena, durante la quale i partecipanti si sono confrontati sui temi esposti, e sono state formulate ulteriori proposte di nuovi temi di comune interesse sulla sostenibilità.

CDT: “il contesto giusto per una evoluzione continua e per una aggregazione di valore!”

  • Sei interessato a diventare Socio DT? Compila il Form “Diventa Socio” che trovi sul sito www.clubcdt.it

Per la programmazione completa  degli eventi CDT:

Visitate il ns website  www.clubcdt.it

e seguite la relativa pagina  LinkedIn

Menu
X