Obiettivo Terra 2030 vs 2050
Le transizioni del XXI secolo, Principi ESG
Si è svolto Lunedì 22 Maggio presso il plant della Prima Industrie di Collegno il secondo incontro organizzato dal Club Dirigenti Tecnici e l’Unione Industriali relativamente al ciclo “Obiettivo Terra 2030 Vs. 2050”. A fare gli onori di casa dopo il benvenuto del Presidente CdT Antonio Errichiello, che ha ricordato quanto fosse bello ritornare dopo quasi due anni nella sede di un’azienda che è tra i top-player a livello mondiale e che rappresenta un orgoglio Regionale (ed anche Nazionale), è stato Gianfranco Carbonato: “la nostra azienda quest’anno compie 46 anni, trascorsi esattamente a metà tra i due secoli […]. Siamo passati dall’era del computer a quella di Internet e da quella dell’Industria 3.0 a quella 4.0”. Con queste parole, il Presidente della Prima Industrie, ha sottolineato come la necessità di saper affrontare i cambiamenti abbia da sempre caratterizzato le aziende.
Prima di lasciare la parola al suo collaboratore Enrico Garino che ha descritto gli eventi principali che hanno segnato gli anni di attività fin dagli esordi, ha ricordato a tutti, quanto sia necessario per la salvaguardia del pianeta fare quanto più possibile per rendere le aziende sostenibili.
Successivamente, Daniela Laigueglia (Responsabile Area Gruppo Giovani Imprenditori, Piccola Industria e Ufficio Sostenibilità ESG U.I. Torino) che ha presentato e moderato l’intera serata ha introdotto e lasciato la parola a Luca Sburlati e Francesca Lombardo. Sburlati è amministratore delegato della Pattern S.p.a. (ed anche Vicepresidente della Piccola Industria U.I. Torino) azienda leader nella progettazione, ingegneria e produzione di capi sfilata per i più importanti brand del Fashion Luxury internazionale. Un percorso industriale iniziato nel 2000 che ha portato la società nel 2019 a quotarsi in Borsa e a crescere sul territorio grazie a strategiche alleanze sulle diverse categorie merceologiche del lusso, sino a raggiungere nel 2022 la creazione del primo Polo Italiano della Progettazione e Produzione di Lusso. “L’industria tessile è seconda a livello mondiale per tasso di inquinamento ambientale […] Dato che questo è in continuo aumento e mette in pericolo il futuro dell’umanità, deve essere un problema da risolvere il prima possibile. Per questo la nostra azienda ha un elevato senso di Responsabilità Sociale”. Già Dal 2013 Pattern si è ufficialmente impegnata al raggiungimento della neutralità carbonica per le sedi di Torino e Atelier Roscini in Umbria e mira nel breve periodo ad approvvigionarsi totalmente da fonti di energia rinnovabile tanto che l’azienda è certificata SA8000/Social Accountability e dal 2019 ha ottenuto un Rating ESG (acronimo che sta per Environmental, Social, and Governance che tradotto in italiano significa Ambiente, Sociale e Governance). Sburlati ha anche condiviso le 3 visioni che in questi anni hanno guidato la sua strategia imprenditoriale, ossia: inserire tecnologia – avere le risorse migliori – essere sostenibili. In chiusura del suo intervento ha ricordato che i prodotti tessili a fine ciclo vita sono diventati “rifiuti speciali” e di conseguenza di come sia sempre più necessario introdurre il concetto di durabilità durante la concettualizzazione di tutti i prodotti.
Successivamente Francesca Lombardo, talent acquisition e development & sustainability presso Prima Industrie, ha aperto il suo discorso ricordando i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (in inglese Sustainable Development Goals, SDG l’acronimo) stabiliti dalle Nazioni Unite nel settembre 2015 e parte dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, evidenziando su quali di questi obiettivi si sono focalizzati di più lei e l’azienda di cui fa parte. Le argomentazioni sulle quali si è articolato il suo discorso, sono aspetti che devono farci riflettere. L’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera (principalmente dovuto all’attività umana come l’uso dei combustibili fossili) è sicuramente il principale responsabile dei cambiamenti climatici e considerando che la CO2 è in continuo aumento e si sta pericolosamente accumulando, la situazione è preoccupante. Negli ultimi anni si è osservato un aumento dei danni causati da eventi meteorologici estremi rispetto a un decennio fa. Molti studi scientifici hanno evidenziato un’accelerazione del riscaldamento globale e dei suoi effetti sulla frequenza e sull’intensità portando a cambiamenti nei modelli meteorologici e aumentando la probabilità di eventi estremi come tempeste, inondazioni, siccità e ondate di calore. Questi fenomeni purtroppo sono in linea con le tendenze globali dei cambiamenti climatici. È fondamentale adottare oggi tutte le misure per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro effetti, al fine di limitare ulteriori danni e proteggere l’ambiente. Ciò include l’adozione di politiche energetiche sostenibili, la riduzione delle emissioni di gas serra e l’implementazione di strategie di adattamento per affrontare gli eventi estremi in modo più efficace. Per fare questo è necessario coinvolgere tutti gli stakeholder della filiera ed anche se dovremo sostenere dei costi, sarà comunque un vantaggio per il nostro domani.
Alla termine di questi interventi, si è convenuti di come sia necessario misurarsi e porsi degli obiettivi, attraverso strumenti concreti come il bilancio di sostenibilità che “smaschera” quelle aziende che inducono i propri clienti e le persone in genere a credere che un “marchio” sia impegnato nella tutela dell’ambiente più di quanto non lo sia in realtà (il cosiddetto fenomeno del greenwashing). La parola è poi passata alla Anna Ferrino (AD Ferrino spa, Vice Presidente U.I. Torino con la delega alla sostenibilità), a Guido Gobino (Amministratore Unico della Guido Gobino s.r.l.) e Marco Piccolo (CEO Dr.ssa Reynaldi – Vice Presidente Piccola Industria U.I. Torino), i tre relatori della tavola rotonda. Oltre a confermare e sottoscrivere quanto detto dai precedenti relatori, il filo comune che ha legato le tre esposizione è stato quello della responsabilità che ognuno di noi ha nella propria quotidianità. Assumere un comportamento attento, preciso, che passa dall’uso consapevole delle risorse al modo di vivere e comportarsi genera risparmio e questo è già la prima forma di guadagno, ricorda Gobino che descrive come ci troviamo in un vero e proprio cambio generazionale. Replica Piccolo, sottolineando come ancora di più gli imprenditori, debbano delineare la strada e farlo con grande responsabilità in quanto (cit.) “noi imprenditori creiamo l’impresa sulla base di quello che siamo”. Ferrino ha presentato la sua idea di riusabilità dei loro prodotti; con il progetto di upcycling, Ferrino invita i propri clienti ad allungare la vita delle proprie tende in modo che non vengano gettate nelle discariche, ma riutilizzate per creare nuovi oggetti utili nella vita quotidiana di ogni utente a dimostrazione di come l’azienda sia da sempre impegnata nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio in cui opera. Il dibattito è proseguito con una serie di esempi concreti di produzioni e relativi impatti sull’ambiente, che passavano dai trattamenti impermeabilizzanti dei tessuti, allo zucchero di canna vs. lo zucchero di barbabietola per arrivare comunque ad una conclusione comune: per non creare una lotta impari (ed avere una differenza troppo elevata sui prezzi finali dei prodotti), attraverso tavoli di filiera, istituzioni e linee guida è necessario che tutti i produttori e tutte le aziende integrino nei loro processi il criterio di sostenibilità di prodotto/processo.
Il Presidente del CdT Antonio Errichiello, che ha concluso l’evento, prima di invitare tutti i presenti all’immancabile aperitivo di networking, ha riassunto l’importante appuntamento con l’anedotto del colibrì con il senso di: “fissare obiettivi comuni per incoraggiare tutti, governi, aziende, persone e la società nel suo insieme, ad agire a livello globale per la loro realizzazione, raccogliendo e mettendo a disposizione una grande varietà di forze, conoscenze e risorse. Affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future è un problema complesso e globale che richiede un impegno collettivo, dove ognuno deve fare la sua parte, esattamente come il colibrì”.