A little bit of USA – esperienza di viaggio negli Stati Uniti
Lo scorso giovedì 16 Novembre ha avuto luogo presso la nuova sede dello SKILLAB, in Corso Galileo Ferraris 26, l’esposizione dell’esperienza di viaggio negli Stati Uniti dal 10 Giugno al 24 Luglio 2023 dei soci Michele Verdi ed Antonietta Di Martino, nell’ambito del proseguimento delle serate geo-culturali promosse dal Club Dirigenti Tecnici iniziate lo scorso gennaio con L’Australia.
L’idea di questo viaggio è nata come ideale continuazione di uno precedente nell’Ovest americano del 1989, svoltosi lungo un percorso ad anello richiusosi a Los Angeles nella zona dei grandi Parchi Nazionali ad Est delle Montagne Rocciose e lungo la costa del Pacifico sino ad arrivare al Canada.
Nel nuovo viaggio i principali obiettivi erano due, l’approfondimento dei parchi nazionali dell’Ovest, in particolare il Grand Canyon, e la visita dei grandi musei dedicati all’Automobile ed all’Aerospazio. In funzione di essi, è stato elaborato un preciso cronoprogramma con partenza da Los Angeles ed arrivo a Boston (un “Coast-to-Coast” con alcune variazioni di rotta). Il viaggio, effettuato con auto a noleggio, ha comportato la percorrenza di ben 11146 km in auto e 127 km a piedi.
La presentazione si è articolata su tre distinte sessioni, la prima, dedicata ai parchi naturali, e la terza, dedicata all’automobile ed all’aerospazio, curate da Michele Verdi; la seconda, dedicata alla società americana, a cura di Antonietta Di Martino.
Una citazione doverosa merita Los Angeles, non trattata nella prima sessione per brevità: alla megalopoli la cui contea è estesa su ben 12310 km2 e comprende 88 città per un totale di 11 milioni di abitanti, sono stati dedicati i primi 3 giorni iniziali del viaggio, impiegati nella visita di alcune delle numerose attrazioni della città (il panorama dall’Osservatorio Griffith, il molo di Santa Monica, i Paramount Studios, il museo Petersen, Mulholland Drive, Hollywood Walk of Fame).
I successivi 15 giorni sono stati dedicati ai grandi parchi nazionali e statali dell’Ovest, in un crescendo di paesaggi dalla bellezza sconfinata e severa, in cui i colori variegati del terreno contrastano con l’azzurro del cielo. La presentazione ne ha colto i suggestivi passaggi: dal deserto alberato dello Joshua Tree National Park, dove un microclima particolare ha consentito lo sviluppo estensivo della Yucca Brevifolia, alle colonne rosseggianti del Red Rock National Park nell’intorno di Sedona; dal Grand Canyon, un grande libro aperto sulla storia della terra, la cui vastità (è lungo ben 446 Km) rende l’elicottero il mezzo ideale per averne una visione d’assieme, ma che richiede lunghe escursioni a piedi per essere pienamente vissuto, al rosso acceso delle rocce della Valley of Fire a Nord Est di Las Vegas; dalla serenità dello Zion National Park, con le sue pareti scoscese e le profonde valli boscose, alle rocce multicolori del Painted Desert cosparso di tronchi fossili risalenti a 200 milioni di anni fa; dal desolante spettacolo del punto di impatto di un enorme meteorite nel Meteor Crater State Park, alla sorprendente coesistenza dell’acqua del Lago Powell con l’arsura del deserto nel Glen Canyon National Recreation Area; dalle spettacolari anse del Colorado, di cui la circonferenza dell’Horseshoe Bend è la perfetta sintesi , alle forme sinuose scolpite nell’arenaria dell’Antelope Canyon; dalla vastità del deserto della Monument Valley, interrotta dalle sagome di imponenti torri di roccia dal rosso acceso, alla quiete bucolica di Mesa Verde, dove un tetto di roccia ha protetto un esteso insediamento dei primi nativi americani; dall’incredibile obelisco di roccia che svetta dal fondo del Canyon de Chelly, alla vela di roccia nel deserto denominata Shiprock. Il perdersi nella natura è stato violentemente interrotto dal caos dinamico e sfavillante di Las Vegas, città nata per essere assurdamente e caparbiamente una sfida ad un ambiente naturale ostile. Per chiudere in bellezza con i parchi naturali, le immense urlanti masse d’acqua delle cascate del Niagara contrastanti con lo scorrere fine e sinuoso del Glen Creek nel Watkins Glen State Park. La presentazione di Michele Verdi si è poi focalizzata sulla Route 66, la cosiddetta “Mother road”, inaugurata nel 1926 e chiusa nel 1985, che ha unito Chicago a Los Angeles sviluppandosi per ben 3940 km nell’America profonda.
La strada è entrata nella storia degli Stati Uniti consentendo a milioni di persone di trovare lavoro e nuove prospettive di vita a seguito delle grandi crisi (la crisi economica seguita al crollo di Wall Street del 1929 ed il fenomeno siccitoso estremo denominato “Dust Bowl” che colpì gli Stati Uniti ed il Canada tra il 1931 ed il 1939) e delle discriminazioni razziali (ben 6 milioni di afroamericani la percorsero per sfuggire alle leggi razziali Jim Crow del Sud). Lungo la Route 66, determinante per lo sviluppo economico americano, è sorta una moltitudine di servizi per gli automobilisti ed i camionisti, quali distributori di carburante, ristoranti, fast food, punti di assistenza, ricambisti, locali di divertimento, spesso contraddistinti da insegne stravaganti e multicolori che contribuiscono al suo mito ormai consolidato.
Nella seconda sessione Antonietta Di Martino ha preso spunto dalla parata del 4 Luglio a St. Louis. Il 4 Luglio è la festa in cui si celebra l’approvazione della Dichiarazione dell’Indipendenza degli Stati Uniti, davvero molto sentita. Assistere alla parata del 4 Luglio significa vedere in poche ore uno spaccato della società americana, nella sua ossatura (autorità, polizia, vigili del fuoco, organizzazioni culturali ed associazioni di volontari), nelle sue espressioni artistiche (la danza degli afroamericani, le bande musicali delle università), nella sua composizione (esibizione di numerosi gruppi etnici), e nella sua dimostrazione di potenza economica (i farmers, il mondo dell’auto e dell’industria). L’apoteosi del 4 Luglio sono i fuochi artificiali, celebrati nelle città americane da momenti di vero happening, in cui si percepisce l’immedesimarsi delle varie componenti etniche e razziali negli ideali americani di libertà. Proprio la consapevolezza dell’importanza dell’immigrazione per gli Stati Uniti ha ispirato una analisi dettagliata dei fenomeni ad essa connessi, confortata da grafici e dati provenienti da relativi rapporti scientifici che sono stati messi a confronto con le statistiche italiane e mondiali.
Attualmente gli Stati Uniti ospitano circa 51 milioni di migranti su una popolazione complessiva di circa 340 milioni. Non sono mancati gli spunti di riflessione sull’evoluzione del concetto di cittadinanza e sulla sua connessione con quello di inclusione.
L’importanza dell’istruzione a diversi livelli (linguistica, culturale e professionale) per l’inclusione sociale porta gli Stati Uniti ad eccellere nel vantare la più vasta popolazione studentesca multiculturale mondiale.
La società americana ha dimostrato in un passato più o meno recente fenomeni di razzismo ed intolleranza (citati il massacro di Rosewood ed il linciaggio di New Orleans), dimostrazione di un nativismo estremo che spesso si esplica drammaticamente per la grande diffusione delle armi da fuoco. Come contraltare spesso tipico della società americana, viene citato il grande rispetto per le minoranze, di cui un esempio è la comunità Amish, visitata nel corso del viaggio, caratterizzata dal rifiuto della tecnologia e della cultura moderna, e che comunque è messa in condizione di prosperare e di contribuire al sogno americano di libertà.
La terza ed ultima sessione ha fornito elementi che aiutano a comprendere la forza economica degli Stati Uniti in relazione ad altri paesi industrializzati ed emergenti. In uno scenario globale in cui l’importanza ai fini del prodotto interno lordo dell’industria manufatturiera sta progressivamente scemando, se ne ravvisa il fondamentale contributo per via dei numerosi indicatori cha la caratterizzano. Gli Stati Uniti hanno pervaso tutti gli aspetti della vita sociale ed economica (dal cibo alle auto, dal mobilio agli elettrodomestici, etc.) con prodotti basati su processi industriali, diventandone l’esempio a livello mondiale. Un esempio tra tutti, Henry Ford, il pioniere dell’automobilismo di massa, la cui autobiografia impressiona per acutezza di visione ed attualità dei temi trattati. La storia americana dell’automobile e dell’aerospazio è costellata di personaggi geniali dalla visione futuristica che hanno saputo portare la tecnologia a livelli non ancora espressi: un esempio ne è la vita di Errett Lobban Cord, che a 31 anni è diventato il padrone della Auburn e che è stato il protagonista del suo arrembante sviluppo economico e tecnologico, sino all’amaro epilogo nel 1937 con la chiusura dell’azienda. La storia di questi grandi marchi e dei loro successi ed insuccessi è fortunatamente ancora ricordata da un sistema museale all’avanguardia: nel corso del viaggio sono stati visitati ben 21 musei focalizzati sull’automobile a testimonianza del valore e della passione che gli americani ripongono in essa, valore e passione forse sorpassati solo dall’aviazione, vera punta di diamante della tecnologia americana, la cui espressione museale trova il suo apice nel museo USAF di Dayton.
La conferenza si è conclusa con un ottimo aperitivo di networking nel magnifico contesto delle sale Skillab, nel corso del quale sono stati approfonditi i temi presentati.
Scarica qui gli allegati PDF :
Viaggio USA 2023 – Parte 1_rid
Viaggio USA 2023 – Parte 2_rid
Viaggio USA 2023 – Parte 3_rid
Le parole del Presidente CDT:
Devo dire che Antonietta e Michele, lo si capisce parlando con loro, sono molto amanti dei viaggi, intendo dire di quelli non improvvisati ma impegnativi, dove quindi è obbligatorio fare uno studio preventivo profondo e accurato del territorio, della relativa logistica di viaggio, dei luoghi da visitare, dell’equipaggiamento da mettere in valigia per trovarsi a proprio agio in ogni situazione ambientale e di clima, delle prenotazioni principali da piazzare e dei mezzi di trasporto da prevedere. Un viaggio così impegnativo obbliga a estraniarsi dalla tradizionale zona di confort per lungo tempo: una buona organizzazione che sappia conciliare le visite ed i trasferimenti mantenendole in un ambito impegnativo ma mai eccessivo, è garanzia di successo, insieme ad un notevole affiatamento di coppia. La sua pianificazione è un lavoro affrontato a quattro mani che concilia interessi diversi e che porta durante il viaggio a realizzare quanto previsto ed anche di più.
Ogni volta che loro mi hanno annunciato uno di questi viaggi è sempre scattata l’idea della “Serata Social Geo-Culturale; e penso si possa dire che ha funzionato alla grande perché Antonietta e Michele sono bravi e professionali, lo fanno con passione e anche col piacere di divulgare le loro esperienze, in modo chiaro e attrattivo e soprattutto raccontando e illustrando il Paese visitato da ogni punto di vista; portando quindi usi e costumi, flora e fauna, cultura industriale e le tecnologie prevalenti , aspetti storici, punti di forza e punti di debolezza e aneddoti vari.
A nome mio personale e del Club CDT tutto li voglio, con queste poche righe, ringraziare per il tempo che ci hanno dedicato e per la disponibilità che hanno messo a disposizione per tutta la serata.
Grazie, grazie, grazie!
Antonio Errichiello
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