Una delle Conferenze più interessanti degli ultimi mesi, per consistenza degli argomenti, per partecipazione e interesse del pubblico, con le molte domande nella fase di Tavola Rotonda finale.
L’evento organizzato dal CDT in partnership con IPLA è stato possibile grazie al patrocinio del Politecnico di Torino, che ci ha ospitati, si colloca all’interno degli eventi di Aspettando Biennale che preannunciano la seconda edizione di Biennale Tecnologia – Tecnologia e Umanità, la grande manifestazione organizzata dal Politecnico a Torino dal 10 al 13 novembre 2022.
I Relatori ad inizio Conferenza
Gli interventi
La Conferenza sul tema-clima è stata aperta dal Presidente CDT Antonio Errichiello che sottolinea quanto sia vitale affrontare e contenere il fenomeno del riscaldamento globale, per evitare punti di non ritorno come gli scienziati da tempo ammoniscono se non si praticano azioni per contrastare l’accumulo di CO2 e quindi piegare la curva termica del “pianeta Terra”.
Lo sviluppo industriale e la nostra vita sono ancora molto legati all’uso di energie tradizionali e inquinanti e il consumo delle risorse non può essere illimitato; dobbiamo salvaguardare il pianeta terra perché non esiste un pianeta B.
A seguire viene introdotto il Rettore del Politecnico.
- Guido Saracco, il senso del suo intervento
Il Rettore Guido Saracco, nel suo saluto tocca molti argomenti legati al clima e anche all’attualità e ai problemi che stanno caratterizzando la nostra epoca; problemi che partono da lontano i cui iniziali aspetti negativi cominciano a ravvisarsi dalla prima rivoluzione industriale dei secoli scorsi, che naturalmente ha permesso all’uomo di svilupparsi e di evolversi, ma anche di causare una serie di conseguenze.
Oggi, con la popolazione mondiale verso gli 8 miliardi di persone, ci troviamo di fronte ad una esasperazione delle situazioni ed una fragilità degli equilibri che sono stati aggravati ulteriormente dalla pandemia prima e ora dalla guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa.
I punti fondamentali di cui oggi l’uomo si deve far carico sono principalmente tre:
- la questione climatica, quindi il contenimento del riscaldamento globale
- il perseguimento della democrazia come modalità di vita di un popolo
- la riduzione delle disuguaglianze e il contrasto alla crescita delle povertà
Tematiche molto complesse che richiedono intenti e decisioni sempre più globali e coinvolgenti, in una visione strutturata nel tempo.
Biennale Tecnologia – Tecnologia e Umanità, di questo si occuperà – di parlare alle giovani generazioni – partendo dalla scienza e dalla tecnologia come principio abilitante che provi a dare delle risposte e a trovare punti fermi da cui ripartire o verso cui tendere per fabbricare un mondo migliore, più giusto e democratico e dove l’ascensore sociale sia per tutti una meta raggiungibile e un obiettivo su cui impegnarsi.
- Giuseppe Careglio, il senso del suo intervent0
Giuseppe Careglio, illustra il suo studio sul clima e le ragioni del riscaldamento globale.
Spiega dettagliatamente come l’irraggiamento solare viene in parte assorbito dalla terra e in parte riflesso, ma purtroppo a causa della presenza del “gas serra”, di cui la CO2 ne è il maggiore responsabile, l’energia riflessa ne risulta fortemente ridotta e quindi questo si tramuta in surriscaldamento terrestre.
A causa di questo la variazione media annua della temperatura superficiale terrestre, che si era tenuta a livelli bassi e accettabili fino al 1950, da quegli anni in avanti tale temperatura media ha assunto una pendenza molto preoccupante di 0,02°C/anno, assimilabile ad una retta con una pendenza che potrebbe portarci ad un surriscaldamento terrestre di oltre 2,5°C intorno al 2100, se non si introducono fattori di correzione al bilancio energetico “sole-terra-stagioni” in grado di piegare la curve dell’incremento termico terrestre, in relazione anche ai cicli orbitali terrestri di Milankovitch.
Naturalmente, il tasso di crescita della temperatura si giustifica pienamente, purtroppo, con il tasso di crescita della CO2 che dal 1960 ad oggi si è incrementato da meno di 320ppm a oltre 420ppm, quindi di ben oltre il +30%; questo è anche confermato dalle misurazioni dell’Osservatorio di Mauna Loa (Isole Hawaii), sulle pendici dell’omonimo vulcano, il più alto del mondo in attività (4.172mt).
Quindi, illustra Careglio, è fondamentale che da un lato vengano ridotte le immissioni in atmosfera e al tempo stesso si assumano decisioni in grado di promuovere sottrazioni di CO2 con assorbimenti da oceani e da fotosistemi; quindi forestazione e riforestazione ma anche la cura e la gestione sostenibile dei nostri boschi può aprire un ciclo virtuoso che fa bene sia all’ambiente che alla nostra economia, di cui la legna è la nostra prima risorsa rinnovabile.
Solo così possiamo pensare di ripristinare il clima, i ghiacciai e le calotte polari e quindi scongiurare un ipotetico punto di non ritorno, che con i tassi di crescita termica attuali e senza azioni di mitigazione, andrebbe a collocarsi intorno al 2060.
Matteo Giovannozzi, il senso del suo intervento
Matteo Giovannozzi, fa un lungo excursus sui boschi piemontesi e sulla loro evoluzione nel tempo, teso quindi a dare una fotografia sullo stato dell’arte boschivo regionale in rapporto al problema clima e anche all’economia del legno.
Vengono illustrate le carte forestali del Piemonte, ove sono rappresentate ben 21 categorie forestali e la relativa arbicoltura da legno e come queste rappresentino uno strumento essenziale per la pianificazione forestale della nostra Regione.
Le categorie più presenti sono Castagni, Faggi, Querce e Robinie.
I boschi piemontesi rappresentano il 37% del territorio regionale, con la sua superficie di 930.000 ettari che portano piantumati 1 milione di alberi; nota assolutamente positiva è che negli ultimi 60 anni c’è stato un aumento della superfice boschiva del +80% con oltre 400.000 ettari di boschi aggiunti.
Grazie a tutto questo i boschi piemontesi fissano ogni anno circa 4 milioni di CO2, ed è sintomatico che con il rimboschimento si va ad aumentare la quantità di carbonio nel suolo, per lo più contenuto nei primi 30 cm.
Igor Boni, il senso del suo intervento
Igor Boni, dopo breve introduzione di IPLA, di emanazione della Regione Piemonte che quindi ne è il maggiore azionista, entra nella questione clima portando tutta l’esperienza e la conoscenza di IPLA.
La Fotosintesi
La prima illustrazione verte sulla fotosintesi, come tecnologia naturale per la fissazione del carbonio nella biomassa, quindi il processo chimico: luce del sole, fotosintesi, clorofilla, assorbimento di anidride carbonica e liberazione di ossigeno;
infatti, durante la fotosintesi, con la mediazione della clorofilla, la luce solare permette di convertire sei molecole di CO2 e sei molecole d’H2O in una molecola di glucosio (C6H12O6), zucchero fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto della reazione si producono sei molecole di ossigeno, che la pianta libera nell’atmosfera attraverso gli stomi che si trovano nella foglia. La formula stechiometrica della reazione è:
6CO2 + 6H2O + energia solare → C6H12O6 + 6O2
Quindi in altre parole la fotosintesi clorofilliana altro non è che il motore della vita sulla terra da quando esiste, senza fotosintesi non esisterebbe nulla.
L’Umificazione
L’altra tecnologia naturale per la fissazione del carbonio al suolo è l’umificazione; grazie a questa, il suolo è il più grande contenitore di carbonio delle terre emerse.
Si passa quindi ad indicare come si può ridurre la CO2 in atmosfera ricorrendo alle tecnologie naturali, chiamando in campo:
- l’agricoltura sostenibile,
- la forestazione e la gestione dei boschi
- la forestazione urbana per mitigare le ondate di calore e ridurre l’inquinamento.
Viene portato l’esempio di forestazione urbana a Torino con l’impianto di Basse di Stura, realizzato nel 2019, con l’efficace coinvolgimento di Iveco.
La Tavola Rotonda con le domande dal pubblico
La Conferenza si è chiusa con molte domande dal pubblico:
- sui bilanci energetici della gestione forestale,
- su come stimolare le imprese sui crediti ambientali,
- sui raffronti Piemonte vs Italia e d Europa,
- su come utilizzare al meglio il suolo
- su come orientare l’agricoltura verso processi virtuosi che naturalmente producono meno CO2.
CDT: “il contesto giusto per una evoluzione continua e per una aggregazione di valore!”
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